All'apparenza è la solita storia dei calciatori strapagati e straricchi che non hanno sentimento civico e magari non pagano le tasse. E poi Diego Armando Maradona è stato per anni l'archetipo mediatico di ogni eccesso, quindi perchè non anche dell'evasione fiscale!?
Eppure nel processo per evasione fiscale ai danni dell'ex pibe de oro che si è riaperto in questi giorni davanti alla commissione tributaria di Napoli, non è tutto così scontato.
In teoria Maradona deve all'erario una cifra vicina ai 40 milioni di euro, ma di quest'annosa e antipatica vicenda è probabilmente il meno colpevole e, soprattutto, è l'unico a pagare.
Infatti negli anni '80 il Calcio Napoli faceva firmare ai calciatori due contratti, uno come calciatore appunto e uno sui diritti di immagine. Questa procedura fu ritenuta irregolare dal fisco che contestò l'evasione fiscale alla stessa Società e ai calciatori Careca, Alemao e Maradona. Ma i primi tre soggetti fecero ricorso e furono assolti in primo e secondo grado. Invece il messo fiscale classificò Maradona come "sloggiato e irreperibile" quando non fu in grado di contattarlo in quella reggia napoletana in cui mezzo mondo lo visitava. E neanche fu interpellato il portiere dello stabile. Così questo semplice atto burocratico, come purtroppo accade anche per altri normalissimi contribuenti, privò Maradona del diritto di difesa sul caso che ebbero invece la società del Napoli, Careca e Alemao.
Poi il Pibe parti dall'Italia, girando per il mondo inseguito dai suoi anni peggiori, quando rischio seriamente di ammazzarsi con i suoi stravizi.
E non sapeva che nello stesso tempo il suo debito cresceva a interessi impressionanti: l'equivalente di oltre tremila euro al giorno, 127 euro all'ora!
Nessuna cartella esattoriale gli fu notificata per oltre dieci anni, salvo nel 2000 ad un custode del dismesso centro sportivo Paradiso (dove un tempo si allenava il Napoli...) mentre il giocatore era ormai all'estero da tempo. Così il debito è cresciuto col classico meccanismo delle cartelle pazze, ma nel caso di Maradona le proporzioni non potevano essere che mastodontiche: dal debito iniziale considerato di 8 milioni di euro si è arrivati ai 31 milioni della prima giudiziaria del 2005, ai 38 milioni di euro attuali.
Ed Equitalia polis, che alla maxi-cartella milionaria tiene eccome, ha dimostrato a più riprese la sua intraprendenza ogni qualvolta Diego Maradona mette piede in Italia: dai tre milioni di euro del compenso per la partecipazione alle trasmissioni di "Ballando sotto le stelle" che gli sono stati sequestrati nel 2005 fino addirittura agli orecchini sottrattigli durante un soggiorno a Merano nel 2009 e a spingerlo a non partecipare alla festa per i suoi 50 anni che gli era stata organizzata allo stadio San Paolo nel 2010...
Non proprio lo stesso trattamento riservato ad altre star beccate in forme di evasione fiscale più banali ed evidenti, come Valetino Rossi, Ornella Muti, Luciano Pavarotti, che hanno potuto contare su transazioni decisamente più "amichevoli". Forse la fama di bastian contrario anche stavolta non gli è giovata.